Una vita fatta di condivisione, collaborazione, creatività ed esperienze.
Vivere in un coliving vuol dire già di per sé vivere un’avventura. Ci si trova immersi in un ambiente domestico altamente stimolante, sempre attivo e collaborativo, in cui ogni residente può condividere spazi, idee, storie di vita ed esperienze.
Riprendendo quanto già descritto nel post su cosa è un coliving, all’interno di un ambiente domestico condiviso non si può fare a meno di collaborare e condividere appunto, di ispirare e lasciarsi ispirare, affrontando ogni giorno un’esperienza di vita nuova grazie al susseguirsi di persone e storie diverse.
Vivere in un coliving significa anche abbracciare un po’ il concetto di serendipity: lasciare che il caso giochi un ruolo all’interno della propria vita. In questo senso, eventi fortuiti come il condividere spazi e tempi con persone di ogni tipo e sempre diverse – turisti, professionisti, viaggiatori, artisti -, può contribuire ad arricchire il proprio bagaglio di esperienze e conoscenze. In un coliving infatti possono nascere vere e proprie collaborazioni professionali, così come vere e proprie amicizie, perché si inseriti in un circuito di scambio di idee, consigli, punti di vista e interessi. Non importa in che modo si sceglie di impostare la propria permanenza in un coliving (temporanea, a lungo termine, part-time), ciò che conta è il modo in cui il tempo trascorso al suo interno impatta sulla quotidianità di ogni residente.
Ma cosa aspettarsi allora dal vivere immersi in un contesto di condivisione?
In un coliving si vive nella dimensione della temporaneità e del transitorio, anche nel caso in cui si è ospiti fissi; all’interno di spazio di coliving possono passare decine, magari centinaia, di storie di vita diverse. Per questo generalmente i suoi abitanti sono caratterizzati dalla voglia di fare e affrontare la quotidianità con curiosità, mostrandosi partecipanti attivi della realtà abitativa di cui fanno parte, provando a dare un contributo che ne migliori l’esperienza. Di fatto ogni residente può essere la leva che incoraggia, ispira, stuzzica l’intelligenza creativa dell’altro. In quest’ottica è più facile comprendere che il coliving è la soluzione perfetta per tutti coloro che amano essere circondati da stimoli e quindi non solo per coloro che vivono spostandosi continuamente, come per esempio i digital nomad.
In un coliving infatti si entra a far parte di una vera e propria community partecipativa, in cui lavoratori e non, possono trovare il giusto equilibrio per portare avanti progetti e attività senza sentire mai senso di solitudine.
Community 2.0
In questo modo nasce una nuova generazione di community, in cui il progetto di BeetCommunity (gestito da Beetroot srl) si inserisce perfettamente. Qui infatti trovano casa e/o uno spazio per lavorare professionisti, viaggiatori, creativi di ogni tipo, riuniti tutti sotto un unico tetto; BeetCommunity è un ambiente partecipativo, stimolante, ispirazionale in cui i concetti di coliving e coworking convivono, diventando una fonte inesauribile di avventure ed esperienze.
Attraverso questo nuovo concetto di community allargata, disomogenea e in continuo divenire gli avventori di questa nuova modalità di vivere e lavorare entrano a far parte di una “tribù” che si estende oltre i confini delle nazioni.
Chi entra a far parte di queste community troverà sempre molti momenti per socializzare, condividere e scoprire cose nuove in ogni ambito: dalle abitudini culinarie ai diversi modi di suonare uno strumento, piuttosto che al modo di portare avanti un progetto di lavoro. Proprio grazie a questi momenti c’è chi magari decide di iniziare a lavorare insieme, chi a viaggiare insieme, chi a vivere insieme. Questo è ciò che rende quest’esperienza un’avventura continua, in cui in ogni momento può cambiare tutto.
About The Author: Giulia Palmeri
Ciao, sono Giulia, un’instancabile sportiva sempre davanti ai fornelli. Uh?
Sì, la mia giornata è fatta di tanto sport e cucina (preferibilmente con ingredienti bio e a km 0, ma questa è un’altra storia).
Ma poi, tra una nuotata, una lasagna al pesto di pistacchio e una sessione di Yoga, mi diletto anche a fare la markettara. Già, perché a me no che non mi riscopra Federica Pellegrini o Cristina Bowerman, con lo sport e la cucina amatoriale non ci si pagano le bollette.
Nel mio tempo libero infatti ho anche studiato e nel giro di qualche anno sono diventata una Digital Marketing Specialist. In sostanza pianifico strategie, scrivo contenuti e gestisco budget per attività di marketing online, con la stessa attenzione maniacale ai dettagli che ha un sarto quando cuce un vestito.
Non amo prendermi troppo sul serio, però in quello che faccio cerco di dare il meglio di me, tenendomi aggiornata per imparare ogni giorno qualcosa di nuovo.
Sono socievole, solare e amo il lavoro di squadra, ma se becco qualcuno a sbagliare una regola di grammatica non possiamo essere amici.
Come definirmi allora? Be’, con una reinterpretazione personale delle famose 4 P (il buon Porter mi scuserà): preparata, puntigliosa, pragmatica e palermitana.
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