Si può ricominciare a viaggiare? Di sicuro molti non vedono l’ora. Il turismo può iniziare a rinascere, magari assumendo anche nuove e diverse forme
Domanda da un milione di euro: quando si potrà ricominciare a viaggiare? Il turismo potrà iniziare a rinascere? Rispondere non è semplice. Il Covid-19 ha colpito tragicamente non solo la salute delle persone, ma avuto delle ripercussioni evidenti anche sull’economia e sul modo stesso di vivere la quotidianità.
Tra i settori più colpiti quello turistico è, suo malgrado, il capofila. Prima della pandemia il settore dei viaggi era tra i più importanti, rappresentando il 10% del PIL globale e dando lavoro a oltre 320 milioni di persone. Adesso invece, secondo le stime di Mckinsey, il traffico aereo e la spesa nel settore turistico ricominceranno a tornare ai livelli pre-pandemia solo a partire dal 2023. E se da un lato queste previsioni sono dovute all’inevitabile calo delle risorse economiche, dall’altro si devono anche a una diffusa sensazione di insicurezza nel viaggiare da parte delle persone.
La situazione del settore turistico
Tuttavia, nonostante le previsioni nefaste, analizzando i trend di ricerca su Google sembrerebbe che la gente desideri ricominciare a viaggiare come prima, sempre a condizione che sussistano delle condizioni di sicurezza. I dati di Google infatti ci dicono che le ricerche come “dove viaggiare” e “posso viaggiare” sono aumentate esponenzialmente raggiungendo uno tra i più alti tassi di ricerca. Forse allora il turismo può davvero iniziare a rinascere!
Inoltre, sembra emergere anche che la maggior parte delle persone cerca informazioni riguardo viaggi di piacere e di tipo personale e per lo più all’aria aperta e a sfondo naturalistico, come conferma anche il rapporto del World Tourism and Travel Council (WTTC).
Il futuro del settore dei viaggi quindi sembra orientato verso una diminuzione degli spostamenti per motivi di lavoro e un aumento del turismo “puro”.
Un’altra ricerca condotta da Google e Kantar ci suggerisce che nel settore turistico in questo momento contano di più le persone che non le destinazioni. Cosa vuol dire questo? Che adesso le persone mostrano più interesse nel tornare a viaggiare per ricongiungersi con i propri affetti, piuttosto che per il puro piacere di viaggiare verso nuovi luoghi. D’altronde questo dato non sorprende visto l’allontanamento forzato dalle persone, e quindi dal contatto umano, a cui ci ha costretto il Covid.
Ma la ricerca ci rivela anche un’altra informazione interessante: molti avvertono il desiderio di prendersi una pausa dalla pandemia e vedono nel viaggio, a lungo proibito o estremamente limitato, una via di fuga da una quotidianità piena di restrizioni.
Anche se questi cambiamenti in termini di interesse, esigenze e desideri non possono essere accompagnati nell’immediato da un’effettiva crescita del turismo e dell’economia turistica – perché ancora molte persone non si sentono sicure a viaggiare e perché le limitazioni e le restrizioni a riguardo cambiano continuamente e da paese a paese – potrebbero esserci delle soluzioni che potrebbero risollevare il settore turistico già da subito e di cui vogliamo farci portavoce.
Non più viaggiare per lavoro, ma lavorare viaggiando
È bene partire facendo un po’ il punto della situazione sul settore del turismo del lavoro.
Anche in questo caso la situazione durante la pandemia non è stata affatto rosea. Infatti, anche se il viaggio di lavoro racchiude per sua natura una motivazione di necessità che prescinde dai desideri del singolo, le aziende hanno dovuto ridurre al minimo le trasferte dei propri collaboratori; la conseguenza è stata che nell’ultimo anno e mezzo i viaggi di lavoro si sono praticamente dimezzati. Perciò, se da un lato il flusso economico generato dagli spostamenti di lavoro non si è fermato del tutto, dall’altro è sicuramente diminuito e continuerà a farlo.
La tendenza infatti è quella di far diventare lo smart working la principale modalità lavorativa, imparando a svolgere e portare a termine qualsiasi attività da remoto, facendo diventare le trasferte sempre meno necessarie.
Ma c’è un risvolto della medaglia. I viaggi di lavoro spesso portavano con sé occasioni per andare a trovare parenti, amici e partner lontani o semplicemente per visitare posti nuovi.
Ora che lo smart working è diventata la modalità di lavoro più diffusa, e sembra lo rimarrà anche post emergenza, queste occasioni potrebbero venire a mancare, causando non solo un disagio per chi prima ne usufruiva, ma anche per coloro che basano i propri introiti anche sul flusso turistico dei professionisti.
Probabilmente starete pensando: “ma se le cose stanno così, allora non c’è nessuna soluzione!”. Beh, la risposta secondo noi sta nell’iniziare ad affrontare la propria vita lavorativa adottando una nuova prospettiva.
La pandemia infatti ci ha dimostrato che per lavorare bene non bisogna per forza essere legati a un unico luogo, sia esso la propria città, il proprio ufficio o la sede dell’azienda per cui si lavora.
Molte professioni – soprattutto quelle legate al digitale ma non solo – hanno l’enorme vantaggio di poter esser svolte ovunque. La nascita e la crescita dei cosiddetti digital nomad negli ultimi 5 anni ce lo dimostra: una vita all’insegna dei viaggi, della libertà, della sostenibilità e soprattutto del benessere e della soddisfazione personale.
Se il futuro del lavoro è lo smart working, allora il futuro dei viaggi può essere quello di iniziare a lavorare viaggiando: ogni momento potrebbe essere quello giusto per andare a trovare amici che vivono in un altro paese, familiari che non si vedono da tanto tempo oppure semplicemente per andare a godersi temperature più miti altrove quando nel proprio continente è inverno.
Non serve molto per iniziare a lavorare da digital nomad, per lo più basta un pc e una buona rete wifi a cui agganciarsi, ma si può anche trovare facilmente un bel coworking in cui affittare una postazione di lavoro dotata di tutto il necessario. E se poi si cerca anche un posto in cui stare per qualche giorno, settimana o mese, ci sono tantissimi coliving ormai in tutto il mondo.
Il nostro Coliving è stato il primo in Sicilia e chi ci è venuto a trovare non voleva più andare via. Provare per credere! Ma se non ci credi (lo capiamo!) e se ti va, puoi leggere le recensioni che ci hanno lasciato.
Se vuoi ricominciare a viaggiare e contribuire a fare rinascere il turismo, magari anche lavorando viaggiando, noi ti aspettiamo presto. non è sempre estate, ma quasi!
About The Author: Giulia Palmeri
Ciao, sono Giulia, un’instancabile sportiva sempre davanti ai fornelli. Uh?
Sì, la mia giornata è fatta di tanto sport e cucina (preferibilmente con ingredienti bio e a km 0, ma questa è un’altra storia).
Ma poi, tra una nuotata, una lasagna al pesto di pistacchio e una sessione di Yoga, mi diletto anche a fare la markettara. Già, perché a me no che non mi riscopra Federica Pellegrini o Cristina Bowerman, con lo sport e la cucina amatoriale non ci si pagano le bollette.
Nel mio tempo libero infatti ho anche studiato e nel giro di qualche anno sono diventata una Digital Marketing Specialist. In sostanza pianifico strategie, scrivo contenuti e gestisco budget per attività di marketing online, con la stessa attenzione maniacale ai dettagli che ha un sarto quando cuce un vestito.
Non amo prendermi troppo sul serio, però in quello che faccio cerco di dare il meglio di me, tenendomi aggiornata per imparare ogni giorno qualcosa di nuovo.
Sono socievole, solare e amo il lavoro di squadra, ma se becco qualcuno a sbagliare una regola di grammatica non possiamo essere amici.
Come definirmi allora? Be’, con una reinterpretazione personale delle famose 4 P (il buon Porter mi scuserà): preparata, puntigliosa, pragmatica e palermitana.
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