Clubhouse, Drop-in audio chat: il nuovo social network basato sull’audio che permette di dialogare live con tutti, amici e persone famose. Ma come funziona e quali sono le opportunità che offre?
Un nuovo social ha catturato l’attenzione di tantissime persone in tutto il mondo, facendosi spazio all’interno delle schermate degli smartphone di milioni di utenti: si chiama Clubhouse ed è la prima piattaforma di social network basata esclusivamente sull’audio.
Con l’apparizione sulla piattaforma di alcuni personaggi famosi come Marco Montemagno e alcuni influencer di spicco nel panorama italiano, nell’ultimo periodo il download di Clubhouse è iniziato a esplodere anche in Italia; mentre in USA l’app è già in uso da circa un anno e conta 2 milioni di utenti attivi.
Dicevamo, Clubhouse è un social network sui generis: no immagini, no video, no testi; lo scambio comunicativo avviene esclusivamente tramite audio.
Questo nuovo social sta occupando lo spazio lasciato vuoto dai social più usati degli ultimi anni nell’ambito della dimensione sensoriale dell’udito. Una novità che ha scosso i management di alcuni colossi social che non vogliono restare indietro. Infatti Twitter è già corsa ai ripari annunciando l’acquisizione di un’app di social podcasting, Breaker, per sfruttarne tecnologia e talenti allo scopo di sviluppare una funzione di chat room audio interna, dal nome Twitter Spaces. E sembrerebbe che anche Facebook abbia iniziato a lavorare su un prodotto di audio chat proprietario.
Ma cos’è Clubhouse, Drop-in audio chat nello specifico?
Come si legge nel suo stesso pay-off, Clubhouse si fonda sulla possibilità di intraprendere una conversazione utilizzando esclusivamente l’audio (da qui audio chat). Il concetto di partenza in realtà è molto semplice e all’apparenza neanche troppo innovativo: infatti Clubhouse potrebbe sembrare niente più che una nuova forma di radio. Sulla piattaforma si possono ascoltare in qualsiasi momento conversazioni dal vivo più o meno lunghe e più o meno di intrattenimento intorno a qualsiasi tipo di argomento, come di fatto avviene in radio.
Sì è vero, ma c’è anche molto di più.
L’app infatti funziona seguendo i processi tipici dell’era dei social network e del web 3.0: web partecipativo, condivisione, interattività, ricerca semantica, Intelligenza Artificiale. Tutti questi elementi rendono Clubhouse più di una semplice radio digitale: ogni utente non solo ha la possibilità di ascoltare le conversazioni già avviate dalle persone che segue, siano essi amici, influencer, personaggi famosi o esperti autorevoli in determinati ambiti e discipline; ognuno ha anche la possibilità di partecipare attivamente a questi dialoghi, interagendo con l’autore (moderatore) dicendo la propria, una volta che quest’ultimo gli avrà dato la parola. Allo stesso modo ogni utente può anche aprire la propria stanza e avviare lui stesso una audio chat sul tema che preferisce.
E quindi, come funziona questo social?
Il punto di partenza innanzitutto è chiarire che Clubhouse è stato pensato per semplificare la fruizione e la produzione dei contenuti, riconducendo quanto più possibile tutto alla dimensione audio. Infatti, tutto ciò che serve per entrare a far parte del social, oltre a un numero di telefono e un invito da parte di un amico, è un’immagine del profilo, un nome utente e una bio. E per la verità, di questi 3 elementi solo il nome utente è davvero necessario; gli altri due infatti sono del tutto facoltativi.
Questi ultimi però possono tornare utili nella ricerca di argomenti e persone di interesse ed è per questo che sono stati inseriti dagli autori dell’app. Grazie all’intelligenza artificiale e al machine learning, la piattaforma è in grado di dare dei consigli sulle persone da seguire in base agli interessi segnalati (ma su questo punto ci torneremo meglio fra poco); pertanto, qualora ci dovessimo imbattere su profili non conosciuti, è probabile che dalle informazioni in bio saremmo in grado di capire quanto davvero potrebbe essere utile seguirli e restare aggiornati sugli eventi audio che creano o a cui partecipano.
Ma tornando al funzionamento di Clubhouse: una volta ricevuto l’invito per entrare e inseriti i dati personali, la piattaforma ci chiederà di selezionare tutte le categorie di nostro interesse; potremo scegliere tra una vasta gamma di argomenti, andando da temi legati alla sfera degli hobby e del tempo libero a quelli del business, delle news, delle scienze e così via; e sulla base di queste scelte vengono proposti alcuni decine di profili da seguire.
Completata quest’ultima fase, come anticipato si potranno iniziare a scoprire tutte le conversazioni live in atto o decidere di avviare la propria. Queste audio chat possono essere pubbliche (aperte a tutti), private (solo su invito) o social (aperte alle persone che ci seguono); avvengono all’interno di cosiddette room, ovvero delle stanze online aperte da una o più persone nelle quali si può entrare per partecipare passivamente ascoltando o attivamente alzando la mano e intervenendo.
In questo modo decade qualsiasi tipo di barriera sociale e anche spaziale tra utenti di tutto il mondo: ogni utente avrà la stessa possibilità di conversare con il proprio vicino di casa e con Elon Musk (CEO di Tesla e Space X), in qualunque posto del mondo si trovi, gli basterà avere una connessione internet funzionante.
Ma perché usare Clubhouse?
La potenza di questo nuovo social non risiede solo nella capacità di oltrepassare confini e ridurre le differenze sociali; la sua forza sta soprattutto nello sfruttare l’audio e il suo essere un mezzo estremamente coinvolgente per incentivare la produzione di contenuti di valore facili da fruire. Un contenuto audio infatti permette a chi ascolta, ma anche a chi parla, di svolgere contemporaneamente altre attività, dando la possibilità di ottimizzare tempi, di rendere più piacevole un momento di noia o lo svolgimento di un compito faticoso. Che tu stia lavando i piatti, aspettando il treno in ritardo, preparandoti per andare a lavoro, realizzando l’ennesima presentazione power point, entrando in una delle stanze di Clubhouse potrai allo stesso tempo intrattenerti, chiedere un consiglio, dire la tua o imparare qualcosa di nuovo.
Opportunità di business, di crescita e di networking
L’aver portato l’attenzione sulla fruizione e produzione di contenuti audio attraverso una piattaforma alla portata di tutti, apre il panorama delle opportunità di business e di networking a infinite possibilità. Qui chiunque può crescere professionalmente oltre che personalmente. Sì, perché su Clubhouse si possono trovare persone affini al proprio ambito professionale, esperti di settore che chiacchierano e danno consigli e condividono nozioni su argomenti specialistici.
Così un freelancer, un digital nomad, una piccola impresa, un neo laureato, un neo assunto o chi è alla ricerca di un lavoro, potrà ascoltare e apprendere informazioni utili per la propria crescita; potrà interagire ponendo domande; potrà aprire la propria stanza e raccontare la propria storia ed esperienza, aumentando esponenzialmente le possibilità di creare la propria community, fare networking, brand awareness e personal branding.
Una bella occasione no? Noi pensiamo di sì, ma per quanto la diffusione di Clubhouse sia in forte ascesa, pensiamo anche che la piattaforma abbia ancora diversi aspetti su cui migliorare (limiti di inviti, conformità al GDPR, disponibilità per Android) per riuscire a trarre il meglio dalle implicazioni sociologiche di un social network basato sull’interazione audio tra persone di ogni etnia, nazionalità ed estrazione sociale. Staremo a vedere, stay tuned.
Intanto se vuoi dirci la tua o raccontarci la tua esperienza, che abbia a che fare o meno con Clubhouse, ti invitiamo a iscriverti al nostro gruppo Facebook, BeetCommunity | Professionisti Connessi. Qui troverai specialisti di ogni settore e tanti contenuti utili per migliorare e crescere professionalmente. Ti aspettiamo!
About The Author: Giulia Palmeri
Ciao, sono Giulia, un’instancabile sportiva sempre davanti ai fornelli. Uh?
Sì, la mia giornata è fatta di tanto sport e cucina (preferibilmente con ingredienti bio e a km 0, ma questa è un’altra storia).
Ma poi, tra una nuotata, una lasagna al pesto di pistacchio e una sessione di Yoga, mi diletto anche a fare la markettara. Già, perché a me no che non mi riscopra Federica Pellegrini o Cristina Bowerman, con lo sport e la cucina amatoriale non ci si pagano le bollette.
Nel mio tempo libero infatti ho anche studiato e nel giro di qualche anno sono diventata una Digital Marketing Specialist. In sostanza pianifico strategie, scrivo contenuti e gestisco budget per attività di marketing online, con la stessa attenzione maniacale ai dettagli che ha un sarto quando cuce un vestito.
Non amo prendermi troppo sul serio, però in quello che faccio cerco di dare il meglio di me, tenendomi aggiornata per imparare ogni giorno qualcosa di nuovo.
Sono socievole, solare e amo il lavoro di squadra, ma se becco qualcuno a sbagliare una regola di grammatica non possiamo essere amici.
Come definirmi allora? Be’, con una reinterpretazione personale delle famose 4 P (il buon Porter mi scuserà): preparata, puntigliosa, pragmatica e palermitana.
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