Il south working è la nuova frontiera dello smart working in Italia. Una rivoluzione nel mondo del lavoro che punta ad abbattere divari e disparità
Lavorare dal sud e avere una carriera di successo fino a poco tempo fa sembrava quasi un ossimoro. Una possibilità remota e improbabile per la maggior parte dei giovani del meridione. Oggi invece sembra esserci in atto una rivoluzione che coinvolge positivamente il mondo del lavoro e soprattutto dei lavoratori originari del Sud: parliamo del cosiddetto south working. Per capire meglio cos’è e quali sono i suoi vantaggi dobbiamo fare un piccolo passo indietro.
In Italia da anni si parla di fuga di cervelli: un fenomeno che riguarda i giovani del meridione costretti a compiere la difficile scelta di abbandonare il proprio territorio per inseguire il sogno di un futuro professionale di successo. Una triste realtà che oggi sembra finalmente essere sostituita dalla concreta possibilità di intraprendere un percorso di carriera di alto livello direttamente da “casa propria”, ovvero rimanendo al Sud.
Ma cos’è concretamente il south working?
Il concetto che sta alla base di questa nuova modalità di lavoro è quello di svolgere un lavoro da remoto per un’azienda del Nord o Centro Italia rimanendo però fisicamente all’interno del proprio territorio. Di fatto il south working è una declinazione dello smart working che coinvolge tutti coloro che appartengono al Sud Italia.
In verità questo nuovo modello non fa altro che dare un nome a quello che, a causa della pandemia di Covid-19, stava già accadendo all’interno del mondo del lavoro: studenti e lavoratori costretti a lavorare o studiare da remoto per un periodo di tempo pressoché indefinito. Da marzo infatti il tema della digitalizzazione e trasformazione digitale è diventato il punto all’ordine del giorno per molte imprese che hanno dovuto reinventare la propria organizzazione interna in modo tale da riuscire a fronteggiare l’emergenza senza rinunciare allo svolgimento di alcune attività.
Moltissimi fuori sede hanno colto l’occasione per rientrare nella propria regione e svolgere da lì la propria attività, riuscendo così a stare vicino a famiglia e affetti. È come se la pandemia avesse generato un’inversione di rotta nel senso delle migrazioni degli italiani che adesso dal Nord si spostano verso Sud.
Le opportunità e i vantaggi del south working
Questa controtendenza ha fatto sì che nascessero nuove idee e nuovi progetti come quello dell’associazione South Working – Lavorare dal Sud. Un team composto da professionisti altamente specializzati provenienti dal mezzogiorno che si sono posti l’obiettivo di promuovere la coesione economica e territoriale del paese al fine di ridurre il divario tra Nord e Sud.
Grazie alla possibilità di lavorare dal Sud, molti giovani e le loro famiglie non sarebbero più costrette ad affrontare i sacrifici, anche e soprattutto economici, derivanti dal trasferimento in una regione in cui tendenzialmente il costo della vita è più oneroso.
Ma il south working non è un’opportunità solo per chi desidera di rimanere nel proprio luogo di origine, ma è anche un’incredibile opportunità per le aziende che, adottando questa metodologia, vedrebbero una riduzione dei costi derivanti dal lavoro svolto in presenza. E ancora, la promozione a livello nazionale di questo nuovo metodo andrebbe anche a vantaggio dello Stato. Se infatti l’adozione del south working diventasse una pratica diffusa a livello nazionale, si ridurrebbe, almeno in parte, il problema della disoccupazione al Sud e del divario in termini di sviluppo e opportunità fra regioni settentrionali e meridionali.
Ma se vogliamo vedere le cose in grande, una metodologia di lavoro agile diffusa a livello globale comporterebbe una riduzione degli spostamenti e dei consumi tale da permettere al nostro pianeta di prendere una boccata di ossigeno.
Un’idea di lavoro che non guarda ai confini
Insomma, sembrano esserci solo aspetti positivi e vantaggi derivanti da una soluzione di lavoro basata sul south working e ci auguriamo che possa presto diventare il principale modo di intendere il lavoro in Italia.
Noi di Beet Community abbiamo sposato fin dalla nostra nascita il concetto di lavoro agile, di un lavoro che non ha limiti di confini e distanze e che parte proprio dal Sud. I nostri spazi di coworking e coliving a Palermo sono stati pensati proprio per tutti coloro che desiderano un lavoro smart, approfittando al contempo di tutti i comfort e le bellezze offerte dalla nostra splendida città.
About The Author: Giulia Palmeri
Ciao, sono Giulia, un’instancabile sportiva sempre davanti ai fornelli. Uh?
Sì, la mia giornata è fatta di tanto sport e cucina (preferibilmente con ingredienti bio e a km 0, ma questa è un’altra storia).
Ma poi, tra una nuotata, una lasagna al pesto di pistacchio e una sessione di Yoga, mi diletto anche a fare la markettara. Già, perché a me no che non mi riscopra Federica Pellegrini o Cristina Bowerman, con lo sport e la cucina amatoriale non ci si pagano le bollette.
Nel mio tempo libero infatti ho anche studiato e nel giro di qualche anno sono diventata una Digital Marketing Specialist. In sostanza pianifico strategie, scrivo contenuti e gestisco budget per attività di marketing online, con la stessa attenzione maniacale ai dettagli che ha un sarto quando cuce un vestito.
Non amo prendermi troppo sul serio, però in quello che faccio cerco di dare il meglio di me, tenendomi aggiornata per imparare ogni giorno qualcosa di nuovo.
Sono socievole, solare e amo il lavoro di squadra, ma se becco qualcuno a sbagliare una regola di grammatica non possiamo essere amici.
Come definirmi allora? Be’, con una reinterpretazione personale delle famose 4 P (il buon Porter mi scuserà): preparata, puntigliosa, pragmatica e palermitana.
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